Riportiamo le parole del Papa:
“Chiedo perdono – in nome della Chiesa al Signore e a voi – per quando, nel corso della storia, vi abbiamo discriminato, maltrattato o guardato in maniera sbagliata, con lo sguardo di Caino invece che con quello di Abele, e non siamo stati capaci di riconoscervi, apprezzarvi e difendervi nella vostra peculiarità.” (…)Quando qualcuno viene lasciato indietro – ha spiegato – , la famiglia umana non cammina».
In un fuoco incrociato di odio e intolleranza, dove anni di lotta alle discriminazioni sono stati cancellati da politiche che riaccendono pregiudizi, discriminazione e razzismo finalmente un gesto di riavvicinamento per dimostrare che si può ammettere la colpa per ricostruire il dialogo. Non costruire muri per separare, ma porgere la mano per riconciliarsi.
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